mercoledì 22 dicembre 2021

La Ghiotta messinese

 

 La ghiotta messinese, la base e con i pomodori pelati



La Ghiotta messinese è un condimento di rara bontà. Ideale per ospitare gli involtini di pesce spada alla messinese. Per condire la pasta, linguine Gragnano IGP per esempio, Il risultato è da urlo.

  • olio extravergine di oliva (abbondante)
  • olive verdi “in salamoia” siciliane (snocciolate); oppure tagliate a pezzi gettando via il nocciolo
  • sedano
  • capperi sottosale
  • 1/2 cipolla rossa
  • 680 ml di passata di pomodoro tipo: rustica
  • qualche patata piccola
  • sale & pepe

Di solito si impiega per piatti a base di pesce, ma la fantasia in cucina pone pochi limiti ad altri possibili impieghi. E' il condimento ideale per lo stoccafisso ammollato o per pesce spada a tocchetti.

Tritare finemente la mezza cipolla e la costa di sedano, in una casseruola soffriggerle in abbondante olio extravergine di oliva insieme con i capperi dissalati e le olive verdi nocellara salate snocciolate, meglio se tagliate a pezzi

Aggiungete il pomodoro le patate appena rosolate a parte, il pesce a scelta tra: stoccafisso o baccalà ammollato, pesce spada, ventresca di tonno ecc. Il meglio si ottiene con gli involtini alla messinese di pesce spada cotti nella ghiotta. 

Salate, pepate e portate a cottura il pesce a fuoco lento.

Il sugo della ghiotta è ben adatto a condire pasta lunga.

Come pasta lunga, di solito agli spaghetti preferisco linguine, per esempio Gragnano IGP.

E' uno dei 5 piatti di pesce migliori d'ITALIA, In unica preparazione, con la pasta è primo e secondo piatto.


 

 

venerdì 10 dicembre 2021

Risotto con indivia riccia











Cosa occorre per tre porzioni

¼ di ciuffo di indivia

1 cipolla rossa

½ patata

½ zucchina genovese

3 spicchi d’aglio rosso

3 cucchiai di olio evo

½ litro di brodo leggero ottenuto con acqua bollente e mezzo misurino di brodo granulare

sale q.b.

2,5 etti di riso originario.

Procediamo

In un pentolino fare bollire fino a cottura cipolla, patata e zucchina tagliate a pezzi e salate.

Mentre cuocciono, tagliare a pezzetti l’indivia con il coltello, formando dei mazzetti con alcune foglie strette per lungo in una mano.

Frullare molto bene il contenuto del pentolino assieme all’acqua di cottura.

In una pentola bassa fare imbiondire l’aglio nell’olio e dopo toglierlo. Versare l’indivia e soffriggerla poco per ridurne il volume. Versare nella pentola il frullato e dopo il riso, sciacquato per togliere i residui di talco della brillatura.

Cuocere a risotto aggiungendo gradualmente il brodo leggero fino ad esaurimento, proseguire la cottura aggiungendo semplice acqua.

Il parmigiano, se gradito, si potrà spolverare sul piatto pronto.

Gli ingredienti impiegati consentono di far perdere all’indivia la gran parte del caratteristico amarognolo. Il piatto finito è profumato. Annusalo!

 

 

  

giovedì 30 settembre 2021

CANAZZO (canazzu)


Inserito come domanda in una recente puntata del programma televisivo “L’eredità” su Rai1, il canazzo siciliano è un insieme di ortaggi e verdure cotte; può essere preparato in svariati modi, ma si avvicina di più alla tradizione la preparazione palermitana.

Canazzu è il nome di uno dei piatti vegetariani della cucina estiva palermitana, meno conosciuto della celebre caponata e della straordinaria peperonata, ma altrettanto delizioso.

L’etimologia di questa parola ha riscontro soltanto nel dialetto palermitano e questo fa ritenere che il canazzu abbia avuto come luogo di origine il territorio palermitano.

In estate i piatti vegetariani la fanno da padrone nella cucina palermitana. I piatti più conosciuti, sono quelli dalla precisa identità, preparati con gli stessi ingredienti da sempre. Nella caponata e nella peperonata, gli ortaggi, rigorosamente fritti, sono arricchiti da una salsa agrodolce, antica memoria della cultura araba che caratterizza molti piatti panormiti. Però quella del canazzu è un‘altra storia, nasce come un piatto dal procedimento meno “esatto” e più flessibile nell’accogliere ingredienti vegetali di vario tipo. Preparato con quello che si trovava nell’orto “‘u canazzu” è chiaramente un piatto di origine contadina.

A Palermo è facile sentire la parola canazzu, ma sempre insieme ad altre che ne ampliano e specificano il significato. Il termine è usato da solo unicamente quando ci si riferisce a questa pietanza. Con l’espressione “canazzu ri bancata”, sono appellati comunemente i cani randagi che mendicano il cibo appostandosi tra i banchi dei mercati. Sono invece chiamati “canazzi ri mannara” i grossi cani da pastore, bastardi anche questi come i primi e ugualmente dall’aspetto rozzo e poco elegante. I due termini, ma più il primo in verità, sono correntemente impiegati proprio come metafora di uomini rozzi e volgari.

In ultima analisi la parola canazzo, riferita al piatto, indica proprio un piatto brutto a vedersi, fatto di “cosi ‘mmiscati” (cioè mescolando svariati ingredienti), proprio come un bastardo “canazzu ri bancata”.

Una ratatouille alla palermitana.

Gli ingredienti che compongono ‘u canazzu possono sembrare quelli di una ricca peperonata: melanzane, peperoni, cipolle, patate e pomodoro. La differenza pero c’è e sta nella cottura degli ortaggi e nella totale assenza del sapore agrodolce.

Se nella peperonata e nella caponata si procede ordinatamente friggendo le verdure, un tipo alla volta, amalgamando tutto alla fine, nel canazzo si procede in modo casuale. Gli ortaggi vengono mescolati tra loro e cotti alla rinfusa, in altri termini “a canazzu” (giusto per non essere volgare). Si tratta di un criterio simile alla ricetta tradizionale della ratatouille. Dopo tutto la parola in lingua provenzale significa rimestare, mescolare.

‘U canazzu di casa mia.

Nella preparazione tradizionale del canazzo gli ortaggi si tagliano a tocchetti e si buttano in un tegame tutte insieme e si soffriggono con l’olio. Poi si copre il tegame col coperchio e si continua questo tipo di cottura che in dialetto chiamiamo “a tuttu rintra” (tutto dentro). Tuttavia pur essendo questa una delle note distintive della pietanza (l’altra è l’assenza dell’agrodolce) a casa preferiamo una versione dove le verdure vengono soffritte insieme e dopo si completa la cottura nel forno.

Nel canazzo di casa mia finiscono, oltre il classico trispatatepeperoni e melanzane, anche pomodorini e zucchine di vario tipo. Rispettando il tris come base, in aggiunta si usa ciò che è disponibile al momento della preparazione. Altra cosa non prevista dalla ricetta originale è l’uso di alloro e cumino per profumare la portata. L’aggiunta di menta e basilico sono invece canonici della ricetta tradizionale.

Un’ultima cosa, ho letto in alcune ricette l’uso dell’agrodolce. Se vuoi trasformare il piatto in una “peperonata arricchita”, fai pure, ma la differenza tra i due piatti è proprio l’assenza dell’agrodolce.

 

 

 

 

mercoledì 29 settembre 2021

Condimento ai funghi porcini secchi.







Cosa occorre
2 bustine da 30 gr. di funghi porcini secchi
30 gr. di cuore di porro affettato finemente
2 spicchi d’aglio
½ tazzina da caffè di vino bianco o rosso (mancando il vino, una spruzzata di brandy)
1 cucchiaino di brodo granulare
1 cucchiaino da caffè di amido (di grano o di mais)
½ bustina di zafferano
2 cucchiai di olio evo
sale e pepe nero macinato fresco q.b.
Preparazione
Dentro un capiente recipiente ammolla i funghi per un’ora assieme a due tazze di acqua fredda. Passa accuratamente tra le dita i funghi pezzo per pezzo asportando eventuali tracce di terriccio che resteranno dentro l’acqua, mentre i funghi li adagerai dentro un piatto.
Lascia riposare l’acqua di ammollo dei funghi; molto, ma molto lentamente travasane la gran parte dentro un recipiente e butta il residuo finale. Non è raro trovare i funghi porcini secchi puliti male dal terriccio, in tal caso è consigliabile travasare l’acqua di ammollo più volte (molto lentamente e dopo averla fatta riposare) gettando via il residuo finale.
Dentro una padella sul fuoco versa 2 cucchiai di olio e l’aglio in camicia (schiaccialo senza sbucciarlo), toglilo dopo che friggerà 20 secondi.
Aggiungi in padella il porro e poca acqua dei funghi, cuoci a fuoco lento per ammorbidirlo e, durante la cottura, aggiungi qualche cucchiaio di acqua dei funghi. Per favorire la cottura schiaccia il porro con il dorso di una forchetta.
Adesso potrai aggiungere in padella: i funghi, il vino, il granulato, lo zafferano e l’acqua dei funghi (gettando via la parte finale che potrebbe contenere ancora residui dell’ammollo).
Aggiusta eventualmente di sale e continua la cottura a fuoco lento.
Soltanto quando la parte liquida si sarà ridotta della metà dovrai prelevarne la metà, assieme ad un quinto dei funghi (meglio i pezzetti più piccoli), ponendoli in contenitore a parte aggiungi l’amido e frulla molto bene; rimetti il frullato in padella con poco pepe nero (meglio se grattuggiato fresco). Una brevissima cottura servirà affinché il tutto si amalgami.
Se gradisci il prezzemolo potrai aggiungerlo al piatto da condire, ma non durante la preparazione del condimento.
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Molti si sono cimentati nel preparare con i porcini secchi le pappardelle ai porcini gustate al ristorante, rimanendo delusi dal risultato.
Se stai cercando vendetta dovrai armarti di santa pazienza e seguire passo passo questa mia ricetta, che non servirà soltanto a condire le pappardelle all’uovo (da urlo) ma anche per condire altre preparazioni di carne.

I funghi porcini secchi non possono competere con quelli freschi, ma se ti faranno urlare non penso che sia importate conoscere se fossero freschi o secchi. 

sabato 8 maggio 2021

Come dare cremosità alla pasta cotta al dente.

Per alcuni piatti conditi con sughi vari, serve che la pasta, sempre cotta al dente, sia leggermente cremosa. Si riesce facilmente ad ottenere la cremosità completando in padella la cottura della pasta (togliendola dalla pentola cotta a metà) assieme a poca acqua di cottura aggiunta progressivamente. In tal modo la pasta cederà amido che darà cremosità al piatto di pasta condita.

 

 

mercoledì 5 maggio 2021

Come trasformare un merluzzo decapato surgelato in un piatto veramente prelibato


Oltre al merluzzo solo pochi ingredienti: Salsa pronta di pomodorino datterino (non sostituibile), poco vino bianco, aglio (2 spicchi interi puliti), prezzemolo (qualche foglia), olio extravergine e sale.

Dentro una padella oppure in un tegame (coperti) che riesca a contenere il merluzzo decapato ancora surgelato, comincia col mettere un po’ d’acqua, qualche cucchiaio di pomodoro, l’aglio, il sale e l’olio.

Ogni tanto solleva il coperchio e gira il merluzzo (in una di quelle volte aggiungi il vino) e se necessario aggiungi poca acqua. Dovrai girarlo diverse volte, fino a quando non sarà cotto. A quel punto spegni, aggiungi le foglie intere di prezzemolo, togli l’aglio e copri. Aspetta un paio di minuti prima di impiattare.

A fine cottura la parte liquida dovrà essere composta unicamente da pomodoro e olio. Sarebbe opportuno impiegare un coperchio trasparente, ne ho uno poco più piccolo della padella, ho usato quello e va benissimo.

Il sughetto risulterà delizioso per fare scarpetta, ma anche eccellente per condirci spaghetti o linguine.

Niente foto del piatto, appena pronto l'ho assaggiato e consumato subito, dimenticando persino di fargli una foto. La semplicità di questa ricetta no ne lascia immaginare la bontà.

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sabato 17 aprile 2021

PATATE RISO E COZZE

 


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PATATE RISO E COZZE

Un buon piatto non è necessario che sia costoso, può anche essere molto buono e molto economico.

Il classico piatto barese va indicato per come l’ho scritto: deve rispecchiare lo stesso ordine degli strati della ricetta: patate, riso e cozze.

Cominciamo dalle cozze, che conosco bene: so dove vivono e assieme a chi vivono (ma è meglio non saperlo). Acquisto quelle già pulite, ma è una presa in giro: non risultano affatto pulite! Prima le lavo varie volte per togliere le tracce di fango, dopo le strofino una ad una con la lana d’acciaio (paglietta) per asportare tutta la barbetta attaccata sopra. Alla fine ogni cozza dovrà apparire nera e senza nulla sopra (fisima personale che comporta fatica e disponibilità di tempo).

Passiamo alla ricetta partendo dagli ingredienti

1 Kg di cozze a persona -

1 pugno di riso arborio a persona (due persone due pugni di riso) -

Patate nuove a fette spesse circa 3 mm , devono coprire uno strato della teglia -

3 parti di parmigiano ed  1 di pecorino grattugiato -

Cipolla, aglio, pomodoro o pomodorino, prezzemolo, sale, pepe, olio.

Si comincia pulendo le cozze e facendole aprire dentro una pentola coperta posta sul fuoco. Si raccoglie l’acqua che buttano, si filtra e si mette da parte. Dopo si separano le cozze dal carapace mettendole da parte.

Dentro una capiente terrina si versa poco olio, la cipolla a pezzetti, l’aglio che va poi tolto, il prezzemolo, qualche pezzetto di pomodoro e poco pepe nero e sale.

Dopo una breve cottura si toglie dal fuoco e si aggiungono gli strati. Prima le patate affettate con sopra un poco di: formaggio (il misto), pomodoro, prezzemolo, pepe nero e sale.

Si sparge sopra il riso precedentemente sciacquato e si aggiunge lo strato di cozze, cozze già pulite non dovendo fare presentazione.

Ultimo strato di patate, pomodoro, formaggio, prezzemolo, sale e pepe.

L’acqua delle cozze va aggiunta lungo il perimetro interno della terrina. Non essendo sufficiente per completare la cottura di patate e riso va aggiunta un poco di semplice acqua. E’ opportuno coprire la terrina con due strati: 1 di carta forno bagnata e strizzata e l’altro di stagnola.

Si  cuoce in forno ventilato e preriscaldato a 200° per circa un’ora.

La cottura va controllata pungendo le patate e assaggiando il riso, all’occorrenza si può aggiungere altra acqua fino a completare la cottura. A cottura quasi ultimata, va tolta la carta forno e la stagnola per fare evaporare i liquidi e creare la crosticina in superficie.

Occorrendo preparare più piatti si possono raddoppiare i due strati superiori.

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giovedì 1 aprile 2021

FUMETTO DI CROSTACEI (bisquè originale francese)

 


Gusci e teste di 1 Kg di gamberi (anche scampi o gamberi argentini surgelati).

3 scalogni

50 gr di burro

1 spruzzata di cognac o brandy

Due dita di vino bianco.

Sale e una presina di pepe.

Procedemus

Stacca la testa ed il guscio ai gamberi e puliscila bene sotto il getto dell’acqua (i gamberi si potranno utilizzare per altra preparazione).

In una padella cucina un soffritto di burro e scalogni tritati, aggiungi i gamberi e cuoci a fiamma alta.

Fiammeggia con un dito di cognac, unisci il vino ed il pepe. Dopo un paio di minuti aggiungi due belle manciate di cubetti di ghiaccio o dell’acqua freddissima. Lo shock termico aiuterà ad estrarre sia dal pesce che dalle verdure tutti gli aromi, concentrandoli. Una volta che tutto il ghiaccio si è sciolto, fai bollire lentamente finchè la bisque si sarà ridotta a circa la metà, quindi filtrare. Riempio per 2/3 i bicchierini da caffè e li congelo per usarli all'occorrenza.

Il fumetto di crostacei, anche detto bisque di crostacei è un particolare fumetto di pesce dal gusto molto intenso e deciso utilizzato in cucina per insaporire sughi, brodetti o salse a base di pesce. Insuperabile per migliorare il condimento della pasta fresca al gambero rosso fresco, in mancanza va abbastanza bene il gambero argentino surgelato, se cucinato allo stato dell'arte, solo pochi capiranno al gusto la differenza.

venerdì 5 febbraio 2021

Un nuovo primo piatto, di ris


La base è un risotto (al dente) di riso normale con cipolla, zucchina napoletana, olio e sale e pochissimo vino bianco. Va aggiunto prosciutto di coscia già affettato e tagliato a pezzettoni, pezzi di mozzarella, di provoletta e besciamella per legare. Si mette dentro una teglia coprendolo con un sottile strato di pan grattato e poco parmigiano. Poi va in forno giusto il tempo per fare ammorbidire i formaggi.

Potrebbe non sembrare granchè ma è risultato molto buono.

Cuochi di casa e cuochini: mi è sembrato superfluo specificare che la teglia vada imburrata e spolverata con pangrattato. Dovreste già saperlo: non posso scrivere tutti i minimi dettagli di una ricetta di cucina! 😂

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