mercoledì 8 novembre 2023

Pappardelle all’uovo, cubetti di porcini surgelati e salsa al tartufo.

 



Dose per due porzioni

2,5 etti di pappardelle all’uovo sfoglia ruvida

3 etti di funghi porcini a cubetti surgelati

2 – 3 cucchiaini di salsa al tartufo

1 tazzina di vino bianco

1 noce di burro

2 cucchiai di olio evo

mezzo cucchiaino di pasta d’acciughe

1 spicchio d’aglio in camicia

mezza cipolla bianca tagliata a pezzettini

Procedimento

In un’ampia padella preparate un soffritto con olio, aglio e cipolla, quindi versate direttamente i funghi senza scongelarli. Lasciate cuocere a fiamma viva mescolando per circa 15 minuti. Quando tutta l’acqua sarà evaporata sfumate con un po’ di vino bianco. Lasciate evaporare anche il vino e, solo a questo punto, salate, pepate e togliete l'aglio. Togliere dal fuoco.

Dentro una padellina sul fuoco mettere una noce di burro, un cucchiaio d’olio evo e la pasta d’acciuga. Evitare di cuocere, aggiungere la salsa tartufata, mescolare bene e versare il tutto nella padella grande.

Cuocere la pasta al dente, versarla nella padella rimessa sul fuoco assieme a due cucchiai di acqua di cottura, mantecare molto bene e servire.

 

 

 

martedì 7 novembre 2023

Tagliatelle uovo alla salsa tartufata: i segreti per non sbagliare.

 



Le tagliatelle al tartufo sono uno dei primi piatti più apprezzati e gustosi della cucina italiana. Rappresentano l’essenza della nostra terra e la semplicità della nostra tradizione culinaria.

La ricetta delle tagliatelle al tartufo è anche una delle più semplici e veloci da preparare: con pochissimi ingredienti preparerete un primo piatto profumato e raffinato.

Come tutte le ricette semplici e in apparenza banali, la buona riuscita della ricetta è data dalla buona qualità delle materie prime. Nonché dal rispettare di alcuni facili passaggi.

Ecco due trucchetti che dovete conoscere per cucinare il tartufo:

  •  il tartufo, come la salsa tartufata, non va mai cotto, al limite solo scaldato per massimo due minuti poiché potrebbe perdere parte del suo aroma.
  • se il tartufo o la salsa fossero poco saporiti (può capitare) per conferirgli più aroma si aggiunge una puntina di pasta di acciughe alla salsa.

La pasta d’acciughe infatti (in piccole quantità) aiuta ad esaltare il sapore del tartufo, soprattutto quando questo non è troppo aromatico.

La preparazione del piatto è piuttosto semplice.

Nella padella sul fuoco si mette una noce di burro, un cucchiaio di olio evo, una fogliolina di salvia da togliere alla fine, mezza acciuga salata sott’olio spappolata con la forchetta e, fuori dal fuoco alla fine, un cucchiaino di salsa tartufata a testa e un poco d'acqua di cottura della pasta.

Si versa in padella la pasta all’uovo e si proceda a mantecare prima di servire.

Se vi piace la salsina sul fondo del piatto, basterà aggiungere una punta di cucchiaino di amido di mais durante la mantecatura, che dovrà essere piuttosto vigorosa.

 

 

 

 

 

domenica 5 novembre 2023

Cosa sono i Pitoni di Messina?

 

 



I Pitoni Messinesi, o Pidoni, sono uno dei tipici street food della città di Messina.

Sono dei calzoni ripieni di scarola riccia, formaggio e alici, versione “tradizionale”.  

Vanno fitti in olio, preferibilmente di girasole, ma anche in forno i pitoni si gonfieranno e risulteranno leggeri e golosi.

 

 

Perché si chiama Pidone?

 

Pitoni messinesi, lo street food da provare almeno una volta nella vita

 

pitoni messinesi sono lo street food più celebre della cittadina siciliana affacciata sullo Stretto. Un vero classico che si deve provare almeno una volta nella vita, soprattutto se siete di passaggio a Messina.
I tratti distintivi del pitone tradizionale sono la morbidezza dell’impasto dorato ed il ripieno ricco di ingredienti locali.

Ma prima di svelarvi la ricetta del tradizionale manicaretto, c’è un argomento spinoso da affrontare. Anche se in misura minore rispetto all’arancino, dietro il suo nome si nasconde una diatriba su quale sia il termine più giusto: pidone o pitone?

Pidone o pitone?

Secondo alcuni, il termine “pitone” sarebbe da ricondurre ad un personaggio della mitologia greca, Pitone appunto. Un drago-serpente che prima di essere ucciso da Apollo custodiva l’oracolo di Delfi.
Sempre seguendo il filone greco, altri ricollegano il “pitone” alla celeberrima “pita”.

Per quanto la fantasia sia sempre cosa gradita, soprattutto in cucina, la teoria più verosimile sull’origine del nome pitone sembra essere la seguente.

Secondo alcuni il nome originario del manicaretto siciliano era “pidone”, da “pede” (piede), ovvero “calza di lana” o “soletta”. Proprio come nella metafora tra “calza” e “calzone” (quello buono che prendiamo in rosticceria), anche il termine “pidone” indicherebbe una sorta di focaccia ripiena. Da “pidone” si sarebbe arrivati poi a “pitone”, perdendo quindi il significato etimologico del termine e seguendo la tendenza del dialetto siciliano a far pronunciare la t al posto della d.

Curiosità

Nei pitoni fatti in casa si aggiunge pomodoro a pezzi o pelato, mai presente in quelli acquistati in rosticceria.