Cuocere la pasta a
fuoco spento pare essere l'ultima moda pratica e risparmiosa del
momento. Si butta la pasta a due minuti dal bollore, si chiude con il
coperchio, e si attendono i minuti di cottura indicati sulla
confezione, ma senza fiamma o induzione accese. A confermare l'infallibilità
del metodo è stato il Premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi che ha così
evidenziato come cucinare la pasta in questo modo consenta di risparmiare anche
in gas (sia in termini economici, che in termini di fornitura visto
l'inverno previsto con il taglio del gas russo). La
domanda che tutti si pongono è: funziona? E inoltre: è buona come la cottura
tradizionale?
Cottura della pasta senza fuoco: come si fa?
Per cuocere la pasta a fuoco spento basta osservare
semplici regole: si calcolano 100 grammi di pasta per un litro di acqua, e si
utilizza una pentola che possa contenere il formato adatto come ad esempio
pasta lunga o corta. Si porta l'acqua a bollore (con sale grosso o
meno) e si cala la pasta. Si lascia sul fuoco massimo due minuti, si mescola
per evitare che si scarichi l'amido e la pasta non si attacchi. A questo
punto si chiude con il coperchio e si spegne il fuoco. Da quel momento andranno
calcolati i rimanenti minuti, come da indicato sulla confezione della pasta
stessa. Se i maccheroni cuociono in 12 minuti, resteranno fuori fuoco per 10
minuti. Durante la cottura senza fuoco non si deve aprire il coperchio e mescolare.
Cosa avviene fisicamente? Reidratazione,
Gelatinizzazione e Denaturazione
Ma quali sono i processi fisici che avvengono durante la
cottura della pasta fuori dal fuoco? Prima avviene la diffusione
dell'acqua, ossia si verifica la trasmissione di calore e la reidratazione.
La pasta viene reidratata: quella secca che si trova in commercio impiegherà
più tempo rispetto a quella fresca. Successivamente avviene la gelatinizzazione
dell'amido: l'amido, composto da amilosio e amilopectina che a
contatto con l'acqua compresa tra i 50 e i 70 gradi, formano una sorta di
patina gelatinosa che si "deposita" sopra maccheroni, penne ecc.
A questo avviene il processo di denaturazione
delle proteine tra i 60 e gli 80 gradi: la pasta è
perlopiù composta da carboidrati (amido), e proteine
(prevalentemente glutine ma non solo). Il calore denatura le proteine
per poter permettere la loro digestione.
Non servono 100 gradi, ne bastano 80
La teoria secondo cui occorrono 100 gradi per poter
cuocere la pasta è quindi errata. Bastano 80 gradi. Numerosi esperimenti hanno
evidenizato come anche raggiunti i 13 minuti dal bollore dell'acqua, la
temperatura è ancora sopra gli 85 gradi, quindi una volta spento il gas l'acqua
rimane sufficientemente calda.
Pro e contro della cottura fuori dal fuoco
Cuocere la pasta senza gas potrà far storcere il naso di
quelle persone maggiormente conservatrici e puriste. La pasta, cibo intoccabile
ed irrinunciabile soprattutto nella ciultura gastronomica italiana, è un
argomento ostico se l'innovazione cambia la metodologia tradizionale. Tuttavia,
questo metodo di cottura fuori fuoco può avere alcuni benefici in termini
economici e di sostenibilità. Una pratica ecologica in cucina. In sintesi:
- Cuocere
la pasta a fuoco spento fa risparmiare gas di almeno 10 minuti.
- Il
risparmio di energia ed emissioni di CO2 arriva
fino al 47%.
- In
un anno si risparmiano fino a 44,6 chilowattora; 13,2 chili di
CO2e e 69 litri di acqua (studio promosso dai Pastai italiani
di Unione Italiana Food nell'ambito del progetto #PastaDiscovery)
Gusto e
consistenza:
- La
pasta non si spacca, come a volte accade con la cottura tradizionale,
perché non si deve girare durante la cottura senza gas
- C'è
una maggiore viscosità nella cottura senza gas: la pasta tende ad essere
leggermente collosa
- La
consistenza è la medesima: la pasta non è gommosa, ma è più complicato
ottenerla al dente
- La
sensazione di viscosità tende a scomparire al palato quando la
pasta viene condita
- Non
c'è alcuna differenza di sapore tra pasta cotta con o senza gas
- Avendo
più amido in superfice, la pasta cotta senza gas riesce ad aggrappare
maggiormente il condimento
- Chi
ama la pasta molto al dente potrebbe preferire la cottura tradizionale.
Così bolle prima
Per risparmiare ulteriormente in gas, è possibile
adottare un altro rimedio: usare il bollitore che comunemente si utilizza per
scaldare l'acqua per tè e tisane, per portare a bollore l'acqua della
pasta. Con questo metodo, l'acqua bollirà in meno tempo rispetto alla
tradizionale pentola sul gas: se sul gas ci si impiegano 10-15 minuti, a
seconda delle cucine, con il bollitore bastano 2 minuti per litro. Allo stesso
modo, anche nel microonde occorrono le medesime tempistiche, massimo
2 minuti per litro.
Una volta portata a bollore, l'acqua viene versata nella
pentola, e dopo pochi secondi si butta la pasta, prima di spegnere il gas. In
totale, dunque, il gas resterà acceso per un totale di due minuti.
Pasta
cotta nel microonde: si può
Porre la pasta in un contenitore per microonde appena coperta
di acqua normalmente salata (tris di immagini), funzione microonde alla
massima potenza e cuocete per 6 minuti.
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